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Studi e ricerche

Strategie per promuovere l’attività fisica

Articolo originariamente pubblicato nel Sito del Ministero della Salute il 5 marzo:

Il “Piano d’azione globale sull’attività fisica per gli anni 2018-2030”, di recente approvato dall’Organizzazione mondiale della sanità – OMS, definisce gli obiettivi strategici da realizzare attraverso azioni politiche per ridurre del 15% la prevalenza globale dell’inattività fisica negli adulti e negli adolescenti entro il 2030.

Il Piano sottolinea la necessità di un approccio sistemico e l’importanza di investire in politiche sociali, culturali, economiche e ambientali, educative, ecc. per promuovere l’attività fisica e contribuire al raggiungimento di molti degli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) 2030.

Le strategie dell’Italia sono in linea con gli obiettivi dei Piani d’azione promossi dall’OMS e con le politiche dell’UE, tengono in considerazione tutti i determinanti che influenzano lo stile di vita e mirano a realizzare azioni efficaci di promozione della salute in un’ottica intersettoriale e di approccio integrato.

La promozione dell’attività fisica è una questione complessa che richiede forte leadership da parte del settore sanitario, cruciale a livello nazionale, ma grande interazione con altri settori, come l’istruzione, lo sport e la cultura, i trasporti, l’urbanistica e l’economia. Per aumentare l’attività fisica e disincentivare i comportamenti sedentari è indispensabile affrontare i determinanti ambientali, sociali ed individuali dell’inattività fisica e implementare azioni efficaci e sostenibili attraverso una collaborazione tra più settori a livello nazionale, regionale e locale secondo l’approccio intersettoriale perseguito dal programma “Guadagnare Salute” che consente di attuare interventi per modificare i comportamenti non salutari, sia agendo sullo stile di vita individuale sia creando condizioni ambientali e sociali atte a favorire il cambiamento dei comportamenti scorretti.

Pertanto le Istituzioni centrali del Paese, i governi Regionali e locali possono operare in sinergia con la scuola, le comunità territoriali, il sistema sportivo, fondazioni e associazioni no profit per programmare e realizzare interventi strutturati e coordinati di promozione dell’attività fisica rivolti alla popolazione generale, ma soprattutto ai bambini, ai giovani e alle persone che vivono in condizioni di svantaggio socio-economico e di fragilità e per diffondere la cultura della vita attiva come strumento fondamentale per il benessere fisico e psichico della cittadinanza.

L’approccio strategico “intersettoriale” di “Guadagnare salute” è funzionale anche alla realizzazione, da parte delle Regioni e Province Autonome, del Piano Nazionale della Prevenzione 2014-2018, prorogato al 2019, che prevede, quale strategia per ridurre il carico prevenibile ed evitabile di morbosità, mortalità e disabilità delle malattie croniche non trasmissibili, la promozione di corretti stili di vita nella popolazione e nei soggetti a rischio e identifica come obiettivi centrali, tra gli altri, la promozione dell’attività fisica e la riduzione della sedentarietà, con l’obiettivo è aumentare del 30% la prevalenza di soggetti adulti fisicamente attivi e del 15% la proporzione degli ultra64enni fisicamente attivi.

Anche il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri sui nuovi Livelli essenziali di assistenza (LEA) ha adottato questo approccio strategico, riconoscendo l’importanza della promozione dell’ empowerment e della costruzione di reti e alleanze con altri soggetti e prevedendo, inoltre, l’offerta di counselling, quale prestazione individuale, da erogare anche per la promozione dell’attività fisica e l’attivazione di programmi strutturati di esercizio fisico per soggetti a rischio.

Punti fondamentali

Le strategie per promuovere l’attività fisica, pertanto, devono:

  • essere multi-settoriali e riconoscere il peso dei determinanti economici e politici di settori quali la pianificazione urbanistica e dei trasporti, l’istruzione, l’economia, lo sport e la cultura
  • coinvolgere il più ampio e qualificato numero di stakeholder,  riconoscendo identità e ruoli diversi
  • favorire una programmazione condivisa fin dall’inizio dei processi e che costruisca conoscenza reciproca, linguaggi comuni, sintonia di intenti, con una estrema chiarezza degli obiettivi, dei ruoli e delle responsabilità
  • costruire convergenze programmatiche e alleanze di scopo su obiettivi condivisi
  • promuovere ed incentivare interventi di formazione comune rivolti ai professionisti di tutti i settori coinvolti, per lo sviluppo di adeguate competenze, per comprendere e condividere le motivazioni dell’agire di tutti i soggetti coinvolti

E’ necessaria una collaborazione tra più settori a livello nazionale, regionale e locale che consenta interventi strutturati e coordinati con il fine di:

  • diffondere la cultura della vita attiva e dello sport come strumento per il benessere psico-fisico
  • sensibilizzare tutta la popolazione, ma soprattutto i giovani, sull’importanza di uno stile di vita attivo
  • facilitare la pratica di una adeguata attività fisica tra le persone con disabilità, quelle portatrici di disagio psichico o disturbo mentale, quelle che vivono in condizioni di svantaggio socio-economico e di fragilità, che sono solitamente meno attive e più difficili da raggiungere.